Il Delitto di Via Poma

Il caso di Maria Luisa De Cia: il delitto del Velo della Madonna

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    È il 16 agosto del 1990, 9 giorni dopo l'omicidio di Simonetta Cesaroni. Maria Luisa De Cia, originaria di Sovramonte (Belluno), è ritrovata priva di vita nei pressi di Malga Civertaghe.

    Maria Luisa De Cia ha 28 anni, lavora come ragioniera e vive da sola a Cornuda, in provincia di Treviso, in un appartamento acquistato con l'aiuto dei genitori. Ha trascorso anche un anno da sola in Germania. Viene descritta come una ragazza indipendente, estroversa, aperta. Alle spalle ha una storia sentimentale finita male: si era infatti innamorata di un ragazzo che non piaceva ai suoi genitori, e aveva addirittura lasciato la famiglia per andare a convivere con lui, che però, dopo un po' di tempo, l'aveva abbandonata.
    Al momento del delitto, Maria Luisa è fidanzata con un giovane procuratore legale, che sta per presentare alla sua famiglia. Sembra proprio che ci siano progetti matrimoniali in corso.

    Nell'agosto del 1990, Maria Luisa va in vacanza nella casa dei genitori, a Sovramonte.
    La mattina del 16 agosto lascia un biglietto scritto con queste parole: "Sono andata verso San Martino". Leggendolo, il padre si arrabbia perché la strada che conduce da quelle parti è troppo accidentata; non a caso in precedenza le aveva detto che, se avesse avuto intenzione di andare verso San Martino, lui l'avrebbe accompagnata.
    Alle 21 Maria Luisa non è ancora tornata e i genitori sono seriamente preoccupati. La mattina seguente il padre prende la macchina e parte per cercarla. Alle 7:15 arriva vicino al sentiero 713, che conduce al Velo della Madonna, e vede la Panda rossa della figlia parcheggiata e chiusa a chiave. Viene subito organizzata una battuta che mobilita moltissime persone: carabinieri, forestale, vigili del fuoco, guardia di finanza e comuni cittadini.

    Maria Luisa è ritrovata nei boschi a pochi metri dal sentiero 713. La posizione del cadavere colpisce gli inquirenti: la ragazza è supina, con le gambe completamente divaricate, nuda dalla vita in giù ma con i calzini addosso, proprio come Simonetta Cesaroni. Maria Luisa, però, è imbavagliata: un nastro adesivo nero le gira intorno alla testa e le tiene spalancata la bocca, come fosse il morso di un cavallo. Qualcuno le ha sparato a una tempia: secondo la perizia balistica dei carabinieri, l'arma è una pistola caricata a pallettoni con un revolver modificato, di tipo artigianale. I colpi che hanno ucciso Maria Luisa sono due, ma un terzo proiettile viene ritrovato sotto il corpo della vittima, piantato nel terreno e intatto, come se non fosse stato sparato. I suoi occhiali, per lei indispensabili, vengono trovati adagiati sotto un albero, ben sistemati.

    La chiazza di sangue prodotta dallo sparo è lontana dal corpo di Maria Luisa. Sul suo corpo ci sono anche segni evidenti di una legatura fatta con una corda sottile, che però non è stata ritrovata. La vittima ha anche una clavicola slogata, come se qualcuno le avesse girato violentemente un braccio attorno alla schiena. Un dettaglio importante: non è stata violentata, i suoi slip non sono stati strappati; però ha delle lesioni, come se fosse stata seviziata. Un delitto atroce, dunque.

    Le indagini si concentrano sulla vita privata della giovane. Va detto che la famiglia è disponibile a fornire ogni informazione possibile agli inquirenti (non sempre succede). Si scopre così che il fidanzato della ragazza ha un alibi senza ombre, inoppugnabile.
    Si cerca di ricostruire i movimenti di Maria Luisa negli ultimi giorni prima della morte. È arrivata a Sovramonte il 3 agosto, e dal 4 al 14 agosto conduce una vita molto frenetica, senza dormire quasi mai nello stesso posto: una volta va dal fidanzato, un'altra volta a casa del fratello, ecc.
    Mercoledì 15 agosto, invece, la ragazza resta in casa fino alle 17; poi esce con la madre per andare al cimitero. Le due tornano a casa verso le 18:30 e Maria Luisa esce da sola per andare in gelateria. Tornata nuovamente a casa, riceve una telefonata dal fidanzato. Questa telefonata, che dura circa 20 minuti, è importante perché per ben tre volte la ragazza confida al fidanzato di avere problemi seri, ma non vuole rivelare di che genere; al fidanzato dice però che, il giorno dopo, farà un'escursione in montagna da sola.
    Attenzione, però: Maria Luisa riceve anche un'altra telefonata, che viene notata dal padre perché la ragazza si comporta in maniera insolita: usa frasi brevi, secche, e il suo tono è abbastanza freddo, formale. È chiaro che al telefono non ci sia il fidanzato, perché la giovane non si apparta neppure in camera tirandosi dietro il filo dell'apparecchio, come fa sempre quando a chiamarla è lui. Nel corso di questa strana telefonata, Maria Luisa dice: "Possiamo sempre vederci". (Anche Simonetta Cesaroni ha ricevuto o fatto una telefonata prima di essere uccisa).
    Purtroppo non si riuscirà mai a scoprire l'identità della persona al telefono con Maria Luisa, perché nel 1990 mancano i tabulati che registrano le chiamate; tuttavia, l'ipotesi che la ragazza abbia fissato un appuntamento con il suo carnefice non può essere scartata a priori.

    Ci sono però alcune testimonianze interessanti. Il 16 agosto Maria Luisa esce da casa intorno alle 9:15 del mattino: una vicina di casa la vede e la saluta. La ragazza sale sulla sua Panda rossa e si mette in viaggio. Nel suo zainetto ha messo un po' di frutta e un uovo. Verso le 9:30, a un bivio, una donna vede una macchina chiara ferma, con un ragazzo a bordo: sembra che costui sia aspettando qualcuno. Dopo un po' questa testimone vede sopraggiungere una Panda rossa con a bordo una ragazza. La Panda si ferma accanto alla macchina chiara, e il ragazzo e la ragazza si mettono a parlare fra loro dai finestrini delle rispettive auto. A un certo punto la Panda si rimette in moto e l'altra macchina la segue.
    Questa testimonianza viene considerata attendibile da parte degli inquirenti, perché la macchina chiara si è fermata a lungo e dunque è stata osservata con attenzione. Ma c'è anche un altro avvistamento che avviene poco dopo il primo: a vedere le due macchine incolonnate all'imbocco del paese di Primiero è un taxista. Il ragazzo sulla macchina chiara ha circa 30-35 anni, ha il viso molto allungato e un ciuffo di capelli sull'occhio sinistro. Viene anche diffuso un identikit, ma senza alcun risultato.
    In questa vicenda c'è un altro rompicapo: il luogo in cui Maria Luisa lascia parcheggiata la sua auto è a circa 3 ore dal Velo della Madonna. Di solito chi fa quell'escursione non parcheggia lì. Si ipotizza dunque che sia salita in macchina con qualcuno.

    Altre testimonianze: alcuni escursionisti dichiarano di aver sentito una sparo verso le 15:20, e di aver poi visto 3 ragazzi scendere di corsa dal sentiero e andare verso una macchina color bordeaux, con la quale si sono allontanati.
    Alla stessa ora, sull'altro versante della montagna, una coppia dichiara di aver sentito due grida distinte: una lunga e piena di angoscia, l'altra più breve.

    Le indagini si concentrano su due amici della vittima, che assomigliano all'identikit fatto dai carabinieri. Pare però che non emerga nulla di rilevante.

    (continua...)

    Edited by Milady30 - 21/6/2021, 22:30
     
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    Come mai viene proposto questo delitto di Maria Luisa De Cia, in parallelo con Simonetta Cesaroni?
     
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    Prima di tutto perché m'interessa il caso in se stesso e mi dispiace che non sia stato risolto, anche se, a un certo punto, sembrava di essere vicini alla soluzione (poi ne parlerò). In secondo luogo, è vero che i due delitti (questo e quello di via Poma) sono molto diversi fra loro, però c'è qualche piccolo dato in comune; pertanto penso che l'analisi di questo possa forse suscitare qualche riflessione in più anche sul caso di Simonetta. Il metodo comparativo può avere una sua utilità.
    Chiaro che gli assassini siano diversi, non c'è alcun collegamento concreto fra i due omicidi.

    P.S. Poi riporterò qualche link per approfondire un po' il caso, anche se non si trova molto in rete. Intanto lascio la puntata che Lucarelli dedicò a questo delitto e che, a mio parere, è fatta bene:
     
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    Ok condivido - Si in effetti qualche analogia c'è. Entrambe le ragazze hanno ricevuto una telefonata antefatto (la De Cia sembra, seppur di malavoglia, abbia accettato di incontrarsi con qualcuno. La scusa era una gita escursionistica tra i boschi, della serie "mentre camminiamo parliamo". Su Simonetta possiamo solo ipotizzare). Entrambe sono state rinvenute nude dalla cintola in giù, con solo i calzini indossati. Entrambe si sono tolte le scarpe e le hanno sistemate per benino in disparte (la De Cia anche gli occhiali e gli slip). Per me la De Cia è stata vittima della bravata (forse vendetta) di un soggetto fondamentalmente prepotente e violento (coadiuvato da uno o forse due altri soggetti), che ha voluto punire la ragazza divertendosi in modo sadico e che poi ha deciso, o forse dovuto ucciderla, anche per evitare che parlasse/denunciasse. È chiaro che la De Cia si è spogliata sotto la minaccia di un'arma e poi è stata legata e seviziata. Io avrei indagato anche tra gli eventuali soggetti conosciuti durante il soggiorno in Germania. Molti tedeschi vengono a passare le vacanze sulle Alpi lato italiano.

    Edited by Henry Lagoverde - 22/6/2021, 01:19
     
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    Quel tale Antonio di origini siciliane, conosciuto dalla De Cia appunto in Germania. Lui sembra avesse un alibi, ma potrebbe non essere l'unico italiano frequentato da Maria Luisa in Germania. Di fatto col tipo sconosciuto che le telefonò la sera prima e con cui ebbe una conversazione abbastanza secca e fredda, parlarono in italiano, non in tedesco. Il padre infatti riportò che a fine telefonata la figlia disse al suo interlocutore "Possiamo anche vederci". Al fidanzato che le telefonò poco dopo ripeté per ben tre volte che c'erano dei grossi problemi (senza però scendere in dettagli) e che il giorno dopo sarebbe dovuta andare a fare un giro in montagna. Strano che il fidanzato non abbia insistito per sapere che tipo di problemi turbavano la ragazza (???).
     
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    Sì, concordo: sembra strano che il fidanzato non abbia insistito per sapere che problemi avesse Maria Luisa. Chissà, si può ipotizzare che magari lei si sia irrigidita nel non voler dare spiegazioni e lui, alla fine, abbia lasciato perdere per non discutere.

    Anch'io penso che lei sia stata costretta a spogliarsi sotto minaccia: in questo caso è un dato praticamente certo. L'assassino potrebbe essere un amico o un conoscente con cui aveva una certa confidenza (se si ammette che la telefonata della sera prima sia stata fatta dall'omicida, cosa abbastanza probabile) oppure un ex. In quest'ultimo caso, Maria Luisa potrebbe essere stata vittima di stalking (i famosi problemi di cui aveva accennato al suo fidanzato) e, con la telefonata della sera prima, potrebbe aver accettato di incontrarlo per un chiarimento, come spesso avviene in situazioni simili: lo stalker vuole un appuntamento per chiarire o dire qualcosa d'importante, il classico ultimo incontro che conduce alla morte della vittima oggetto di persecuzione. In ogni caso si è trattato di un perverso, narcisista e sadico, e non si può escludere a priori, sulla scena del crimine, la presenza di qualche altro ragazzo.
    Siccome la povera vittima è stata anche legata e poi uccisa con un colpo alla tempia, viene da pensare a un delitto premeditato o quasi. Certo non è frutto di una furia improvvisa, come appare evidente anche agli inquirenti subito dopo il fatto.

    Nel 2010 è stato indagato un sessantenne di Montebelluna, un imprenditore che conosceva benissimo la zona dell'omicidio perché possedeva una baita a due chilometri in linea d'aria dal sentiero del Velo della Madonna, e andava spesso nei boschi per cacciare. Era un uomo in grado di modificare le armi e, a quanto pare, conosceva Maria Luisa. Però i reperti controllati erano ormai troppo deteriorati, anche perché il cadavere era rimasto tutta la notte sotto la pioggia e ciò ha compromesso la scena dell'omicidio. In effetti questo ha danneggiato le indagini fin dal principio. In sintesi, non c'erano prove e quindi la pista è decaduta.
    ________________

    Ho cercato nell'archivio storico de La Stampa e ho trovato un articolo del 18 agosto 1990, in cui si ipotizza che l'omicida potesse avere un complice.
    Sullo stesso giornale, il 19 agosto compare un articolo su Maria Luisa con varie imprecisioni e, sotto, uno su Simonetta Cesaroni.

    Edited by Milady30 - 21/6/2021, 22:46
     
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    A me sembra strano che lei abbia detto e ripetuto più volte al suo fidanzato ufficiale, tale Mauro Bozzetto (Procuratore a Pordenone), di avere grossi problemi senza dare ulteriori spiegazioni. È un comportamento strano e sconveniente, per una che di lì a pochi giorni aveva in programma di presentare ufficialmente ai genitori questo fidanzato e col quale addirittura aveva progetti di matrimonio. Non è normale buttare in piedi pallini misteriosi col rischio di mandare all'aria tutto. Queste cose si gestiscono in modo diverso, o non dici niente e cerchi di sistemare il problema da sola, oppure se ne parli, ti conviene essere sincera e spiegare per filo e per segno com'è la situazione. Rimanere nell'ambiguità è pericoloso e non giova. Non credo che Maria Luisa fosse così stupida. Pertanto qualche domanda possiamo farcela ...
     
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    CITAZIONE (Milady30 @ 21/6/2021, 09:32) 
    Prima di tutto perché m'interessa il caso in se stesso e mi dispiace che non sia stato risolto, anche se, a un certo punto, sembrava di essere vicini alla soluzione (poi ne parlerò). In secondo luogo, è vero che i due delitti (questo e quello di via Poma) sono molto diversi fra loro, però c'è qualche piccolo dato in comune; pertanto penso che l'analisi di questo possa forse suscitare qualche riflessione in più anche sul caso di Simonetta. Il metodo comparativo può avere una sua utilità.
    Chiaro che gli assassini siano diversi, non c'è alcun collegamento concreto fra i due omicidi.

    P.S. Poi riporterò qualche link per approfondire un po' il caso, anche se non si trova molto in rete. Intanto lascio la puntata che Lucarelli dedicò a questo delitto e che, a mio parere, è fatta bene:
    www.youtube.com/watch?v=_0GbshhF3yo

    Il responsabile lo avevano praticamente preso.Strano che poi in dieci anni non abbiano quagliato.
     
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    CITAZIONE (Henry Lagoverde @ 22/6/2021, 02:34) 
    A me sembra strano che lei abbia detto e ripetuto più volte al suo fidanzato ufficiale, tale Mauro Bozzetto (Procuratore a Pordenone), di avere grossi problemi senza dare ulteriori spiegazioni. È un comportamento strano e sconveniente, per una che di lì a pochi giorni aveva in programma di presentare ufficialmente ai genitori questo fidanzato e col quale addirittura aveva progetti di matrimonio. Non è normale buttare in piedi pallini misteriosi col rischio di mandare all'aria tutto. Queste cose si gestiscono in modo diverso, o non dici niente e cerchi di sistemare il problema da sola, oppure se ne parli, ti conviene essere sincera e spiegare per filo e per segno com'è la situazione. Rimanere nell'ambiguità è pericoloso e non giova. Non credo che Maria Luisa fosse così stupida. Pertanto qualche domanda possiamo farcela ...

    Eh, lo so, qualche domanda s'impone. Tu come la vedi?
    Certo, non è semplice entrare nelle relazioni interpersonali altrui, perché ciò che a noi sembra strano, può essere "normale" per altre persone.

    Jack Romelli@
    Da quanto si legge, sembra proprio che siano mancate le prove e senza prove non si può fare nulla, giustamente. Se è davvero lui, è chiaro che ci fosse confidenza fra i due, a maggior ragione se lui è il telefonista della sera prima.
     
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    Ok ma se pensiamo sempre di sorprendere il killer con il coltello in mano non arresteremo mai nessuno.Se lo avevano individuato qualche prova l avranno avuta.
     
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    CITAZIONE (Jak Romelli @ 22/6/2021, 22:42) 
    Ok ma se pensiamo sempre di sorprendere il killer con il coltello in mano non arresteremo mai nessuno.Se lo avevano individuato qualche prova l avranno avuta.

    Purtroppo pare proprio di no, se parliamo di prove. C'è anche il problema che non è facile reperire notizie interessanti su questo caso, perché è finito presto nel dimenticatoio. Ecco un pezzo di un articolo dell'agosto del 2011, quando si è deciso di non proseguire per mancanza di prove:


    Il caso era già stato archiviato nel 1993. Era stato riaperto l'autunno scorso ma ora si va verso una nuova archiviazione, chiesta dal pubblico ministero Davide Ognibene perché «non sono emerse fonti di prova sufficienti per sostenere l'azione penale». E questo nonostante la squadra mobile sia convinta di aver individuato il presunto responsabile. Ma manca una prova da portare in tribunale a sostenere l'accusa, mancano i reperti su cui ora sarebbe possibile effettuare la prova del dna, perché sono stati distrutti. Mancano nuove testimonianze che possano portare la cosiddetta prova regina. E cosi l'omicida di Maria Luisa De Cia è destinato a rimanere impunito. Ma chi sarebbe? Secondo la squadra mobile di Trento tutto porterebbe ad un imprenditore montebellunese, allora quarantenne, proprietario di una baita vicina al luogo del delitto. Oggi ha 61 anni, probabilmente anche lui toccato dalla crisi economica e quindi non più sulla cresta dell'onda come un tempo. Hanno perquisito baita e casa, alla ricerca di un pezzo di nastro adesivo uguale a quello messo sulla bocca della povera ragazza quell'agosto di 21 anni fa, ma non è stato trovato alcunché. Ma perché gli inquirenti della squadra mobile si sono indirizzati su di lui? La descrizione che ne viene fatta è di una persona sensibile alle grazie femminili, abile nella manualità, tanto da fabbricarsi armi e pallottole, proprietario di quella baita vicina al sentiero dove era passata la De Cia, spesso nei boschi a cacciare. E poi montebellunese e come tale, anche se lui ha negato quando è stato sentito, poteva conoscere la donna. Anche l'arma utilizzata per uccidere ha indirizzato i sospetti verso di lui: il cranio della De Cia era stato trapassato da un proiettile calibro 9 Flobert di fabbricazione artigianale sparato a bruciapelo e in casa dell'imprenditore era stato trovato un pentolino dove forgiare le ogive. Ma alle convinzione degli inquirenti manca l'appoggio di una prova sostenibile in tribunale e quindi il pm ha chiesto l'archiviazione.

    Spero di trovare altre notizie.
     
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    CITAZIONE (Milady30 @ 22/6/2021, 21:58) 
    CITAZIONE (Henry Lagoverde @ 22/6/2021, 02:34) 
    A me sembra strano che lei abbia detto e ripetuto più volte al suo fidanzato ufficiale, tale Mauro Bozzetto (Procuratore a Pordenone), di avere grossi problemi senza dare ulteriori spiegazioni. È un comportamento strano e sconveniente, per una che di lì a pochi giorni aveva in programma di presentare ufficialmente ai genitori questo fidanzato e col quale addirittura aveva progetti di matrimonio. Non è normale buttare in piedi pallini misteriosi col rischio di mandare all'aria tutto. Queste cose si gestiscono in modo diverso, o non dici niente e cerchi di sistemare il problema da sola, oppure se ne parli, ti conviene essere sincera e spiegare per filo e per segno com'è la situazione. Rimanere nell'ambiguità è pericoloso e non giova. Non credo che Maria Luisa fosse così stupida. Pertanto qualche domanda possiamo farcela ...

    Eh, lo so, qualche domanda s'impone. Tu come la vedi?
    Certo, non è semplice entrare nelle relazioni interpersonali altrui, perché ciò che a noi sembra strano, può essere "normale" per altre persone.

    Jack Romelli@
    Da quanto si legge, sembra proprio che siano mancate le prove e senza prove non si può fare nulla, giustamente. Se è davvero lui, è chiaro che ci fosse confidenza fra i due, a maggior ragione se lui è il telefonista della sera prima.

    Dunque, premetto che non penso che l'ultimo fidanzato (Mauro Bozzetto) c'entri qualcosa col delitto, tuttavia potrebbe non averla raccontata proprio giusta.
    Faccio fatica a credere che Maria Luisa non gli abbia mai accennato niente di questi misteriosi problemi e solo all'ultimo momento abbia rimarcato per ben tre volte di avere grossi problemi senza scendere in particolari. Evidentemente, se questa confessione dell'ultimo minuto è vera, lei era molto preoccupata ed intimorita. Ma se era così spaventata, perché ha accettato di vedere il tipo che poi probabilmente l'ha aggredita, non in un posto pubblico al riparo da eventuali aggressioni, ma in mezzo a dei boschi? C'è una nota stonata in tutto questo. Per me i casi sono due: 1) o non è vero che la ragazza abbia detto nell'ultima telefonata al suo fidanzato che c'erano problemi; 2) o Maria Luisa si era confidata con lui già da tempo ...

    Edited by Henry Lagoverde - 23/6/2021, 11:21
     
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    Henry Lagoverde@
    Sono riflessioni che ho fatto anch'io. Anche secondo me c'è una nota stonata in tutto l'insieme, un po' come se i fatti non riuscissero a combaciare.
    Se i problemi di Maria Luisa erano relativi a una forma di stalking, si può ipotizzare che li abbia un po' sottovalutati, cosa che forse non dovrebbe stupire perché all'epoca non se ne parlava come ora, non si mettevano in luce i pericoli connessi a queste condotte persecutorie. Un maschio insistente, in genere, non era considerato pericoloso ma, purtroppo, interessato e più o meno innamorato. D'altro canto, resta il fatto che probabilmente ha accettato un appuntamento con una persona che non era il suo fidanzato ed era forse molesta.

    E perché? Era una sorta di "ultimo appuntamento"? Era il classico incontro per un "chiarimento"? Siamo sempre lì: se ha accettato di mettersi in una situazione simile, ha sottovalutato il pericolo. Se poi non si trattava di un ex ma di un amico, be', non so che dire. Ma fatico a credere che il fidanzato non sapesse nulla di preciso circa questi problemi. A meno che lei non gli abbia detto, nel corso di quella telefonata, che in seguito gli avrebbe parlato di quei problemi in maniera dettagliata. Ma è solo un'ipotesi, perché non si sa ciò che si sono detti.
    ____________________________________

    Lascio il link a un'intervista fatta a Giovanni Kessler, all'epoca del delitto sostituto procuratore di Trento. Si occupò del caso: www.giornaletrentino.it/cronaca/tr...steri-1.2407094

    A proposito invece dell'uomo sospettato nel 2010 e sottoposto al test del DNA, ecco qui lo stralcio di un articolo:

    A fare la differenza, stavolta, c’è il il test del DNA, che ha permesso di risolvere casi come quello dell’Olgiata e di Elisa Claps. La svolta è vicina, la Procura è convinta che quello sia il suo uomo, ma i test, eseguiti su campioni danneggiati dalla pioggia di quei giorni, danno esito negativo.
    Link: https://italia-podcast.it/podcast/blu-nott...o-ad-alta-quota

    Edited by Milady30 - 23/6/2021, 23:03
     
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    Una cosa che non capisco: perché sono stati distrutti i reperti? Per legge se un omicidio passa in giudicato, entro un anno i relativi reperti devono essere distrutti, ma non è questo il caso. Qui non c'è stato nessun processo e sappiamo che un omicidio non cade mai in prescrizione. Come anche ribadisce Giovanni Kessler, in presenza di nuovi elementi, un caso di omicidio si può sempre riaprire. Dunque perché sarebbero stati distrutti i reperti, rendendo di fatto impossibile avvalersi delle nuove tecnologie per ulteriori verifiche e controlli? Il tutto ha molto il sapore di qualcosa che non deve essere chiarito al 100%. Direi un ulteriore aspetto quest'ultimo, che lo accomuna al delitto di via Poma, ed è questo a mio avviso il motivo principale, per cui questi casi non troveranno mai soluzione. Probabilmente il killer ha in mano qualche carta, che (se perseguito) potrebbe giocare creando imbarazzo in soggetti rappresentanti le alte sfere di istituzioni pubbliche e poteri dello stato.

    Edited by Henry Lagoverde - 24/6/2021, 06:58
     
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